Relazione tra SEO/segnali sociali e posizionamento: 5 case history

Relazione tra SEO/segnali sociali e posizionamento: 5 case history

I segnali social hanno il potere di influenzare la SERP di Google?

Per social signals si intende, per dirla in parole povere, il numero di volte in cui il proprio sito web viene menzionato sui social network: Facebook, Twitter, Google+ e Instagram sono diventati, negli ultimi tempi, degli autentici strumenti per la consolidazione della propria presenza in rete, sia in qualità di influencer che di business online e non. L’importanza che i segnali social hanno per la propria presenza in rete è in continua espansione anche se, tutt’ora, gli esperti stanno ancora cercando di comprendere a pieno quanto sia essenziale il ruolo dei social per il posizionamento organico.

In particolare, data l’importanza dei backlink quando si parla di ranking e la difficoltà nell’influenzare direttamente il comportamento adottato dagli utenti sui social, i segnali social rappresentano un’autentica reazione nei confronti di una precisa risorsa. Soprattutto in passato, per aggirare questo problema, molte aziende e personalità adottavano servizi che, mediante bot automatici, erano in grado di generare segnali social assolutamente fittizi: ormai, Google è in grado di distinguere in maniera abbastanza precisa quali sono i segnali social naturali e quali sono quelli artificiali.

Per dirla in maniera piuttosto semplice, i segnali social sono molto importanti poiché determinano l’effettiva autorevolezza di una ben precisa fonte sul motore di ricerca Google: data l’importanza dei backlink, questi risultano essere piuttosto finalizzati a se stessi se nessuno menziona il sito sui social network.

Alcuni esperti di SEO a livello globale hanno cercato di consolidare e affinare le proprie ricerche in merito all’importanza che i segnali social ha per il posizionamento online, proponendo 5 ottimi case history che abbiamo voluto riassumere di seguito.

Il caso studio di jeffalytics.com

Il caso di studio proposto da jeffalytics.com prevedeva la realizzazione di 4 siti web ottimizzati a partire da keyword piuttosto simili, con una concorrenza abbastanza elevata e molteplici ricerche mensili. Dopo aver verificato l’autore per tre dei quattro siti, dai test sui social signals è emerso che, condividere l’account verificato da Google + , è stato sufficiente per posizionarsi in maniera piuttosto soddisfacente nel proprio settore.

Il caso studio di KaisertheSage.com

KaisertheSage.com ha posto l’attenzione su ciò che accade in seguito a una pubblicazione online. Un articolo appena postato, retweettato da influencer e personalità del web di spicco, si è posizionato, in appena 12 ore, secondo nella SERP per la ricerca della query “get in content links”. Considerato che, nei giorni successivi il post non era più reperibile tra i primi 50 risultati di Google, la case history ha dimostrato che i segnali social sono utili soprattutto in un primo momento. Avranno bisogno di una consolidata base SEO di rinforzo che mantenga in vita i risultati ottenuti.

Il caso studio di moz.com

Il caso di studio di moz.com ha evidenziato quanto i segnali social possano realmente influenzare il posizionamento di una pagina online. In particolare, dopo aver pubblicato la “Guida al SEO per principianti” e dopo il retweet da parte di Smashing Magazine (1,02 milioni di follower), la pagina relativa è comparsa tra le prime 10 posizioni della SERP di Google per la ricerca della parola chiave beginner’s guide.

Il caso studio di shrushti.com

Lo studio condotto da shrushti.com si è focalizzato sulla ricerca della keyword “Argos Voucher Codes March 2013”. Tra mi piace su Facebook, retweet e condivisioni su Google+, la pagina, da essere in quattrocentesima posizione, si è posizionata in prima pagina per Google UK in solo un mese. Questo studio ha messo chiaramente in luce l’importanza dei social signals per le query poco competitive.

Il caso studio di Backlinksvault.com

In questo caso di studio, Backlinksvault.com ha voluto spostarsi ai limiti del lecito per le regole di Google. In particolare, ha creato dei segnali social artificiali su Twitter, Youtube e Pinterest, posizionandosi in prima pagina con molte delle keyword utilizzate. 

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